Un raggio di Luce distrugge una Veranda a Bonicca (Masone- Liguria)

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ARBEL
00giovedì 10 maggio 2007 19:59
www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=175274

dal quotidiano il Giornale di giovedì 3 maggio 2007

«Assediati da presenze aliene in una casa isolata circondata dai boschi». Potrebbe essere il titolo di un romanzo di fantascienza, oppure il trailer di un film. Invece stiamo parlando di una stranissima avventura, ma in questa storia gli aggettivi sono fuoriposto, che sarebbe accaduta non più tardi di ieri pomeriggio in quel di Masone, a poche centinaia di metri dal più vicino centro abitato.
La casa in questione si trova in località Bonicca e ci si arriva percorrendo una stradina che si arrampica verso i monti dalla strada provinciale che da Masone porta a Campoligure. L’indirizzo, quasi scherzoso visto che il casolare è l’unico della zona, è via Pian Pinerolo 16. Dentro ci vivono Dario Origo, 90 anni, un passato di soddisfazioni sportive come pugile professionista, sua moglie Orsolina Pigola, 80 anni, e il loro unico figlio Giuseppe Origo, 62 anni, pensionato.
Sono le 16 e la signora Orsolina si trova sulla veranda dell’abitazione per svolgere alcuni lavoretti. La giornata, a dispetto della precedente nottata di tuoni e fulmini, è splendida: il sole brilla e non c’è un alito di vento.
«Improvvisamente - racconta la donna - ho visto un lunghissimo fascio di luce proveniente dal cielo, inclinato verso terra, diretto proprio verso la casa. C’era qualche nuvola in cielo, per cui non saprei indicarne l’origine nè quanto fosse lungo questo fascio. Ebbene questa luce ha investito in pieno la veranda sradicandola e sollevandola, schiodando tutte le parti in legno. Poi la luce è tornata indietro facendo ricadere al suolo la veranda. Il tutto in dieci-venti secondi e sotto i miei occhi. Allora, quasi d’istinto, sono fuggita in casa».
Qualunque cosa sia stata, i tre abitanti della casa sostengono di essere stati terrorizzati a morte. «Mia madre si è rifugiata in bagno e c’è rimasta venti minuti - racconta il figlio Giuseppe - tremava come una foglia e non sapeva come spiegarsi quello che era successo. Io stesso sono spaventatissimo. Del resto ognuno può vedere da solo quello che è avvenuto: quel fascio di luce ha praticamente tagliato la plastica della veranda e nelle assi sono saltati tutti i chiodi. Non ho la più pallida idea di che cosa sia stato, ma in un certo senso me l’aspettavo che prima o poi qualcosa dovesse accadere».

|vilandra|
00martedì 15 maggio 2007 15:45
quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare
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