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Il Raggio della Morte di F Marconi - JFK - Churchill - Onassis

Ultimo Aggiornamento: 23/07/2013 13:17
23/07/2013 13:17
 
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A.RB.EL wrote:
> LA STORIA 2/ Il finanziere che inventò il Raggio della morte e sfidò i
> nazisti
> L'arma segreta fu sperimentata sull'Appennino reggiano. Un libro di
> Severino e Pavat
>
> REGGIO EMILIA (16 luglio 2013) - La storia è ai limiti
> dell'incredibile: potrebbe essere un best seller di fanta-scienza-politica
> condito di
> intrighi alla Dan Brown, con tanto di servizi segreti e Ufo nazisti. Ma è
> una
> storia vera, ricostruita attraverso una mole di documenti, lettere,
> rapporti,
> carteggi ritrovati nell'archivio storico della Guardia di Finanza,
> all'Archivio centrale dello Stato e in altri depositi italiani: il
> racconto degli esperimenti condotti in piena guerra sul mitico "raggio
> della morte"
> e dell'eroismo del suo inventore, un giovane militare della Guardia
> di Finanza, finito a Dachau per non aver voluto consegnare i progetti
> dell'arma segreta al
> Terzo Reich.
> E' uscito in questi giorni Il raggio della morte - La storia segreta
> del militare italiano che avrebbe potuto cambiare il corso della seconda
> guerra mondiale, un libro frutto di cinque anni di ricerche, edito da
> Times
> Publishing e in vendita nelle edicole come allegato alla rivista
> X-Times. Lo hanno scritto il direttore del Museo storico della Guardia di
> Finanza,
> capitano Gerardo Severino (grazie al suo lavoro di ricerca Israele ha
> riconosciuto cinque uomini delle Fiamme Gialle come "Giusti fra le
> nazioni") e Giancarlo Pavat, scrittore, studioso dei misteri della storia
> e
> dell'arte, in particolare dei labirinti, e anche lui in forza al Comando
> generale della Guardia di Finanza.
> Il libro va ben oltre la curiosità storica per varie ragioni. In
> primo luogo perché restituisce all'Italia la figura del finanziere Franco
> Marconi, nato ad Arquata del Tronto nel 1920, giovane inventore che iniziò
> i suoi
> esperimenti nel 1939 (quando aveva appena 19 anni) e del quale di cui
> si può ben dire - sempre in base ai documenti ritrovati - che salvò
> l'Europa
> dal dominio nazista pagando il prezzo delle torture e dei lager. Non
> chiese mai nulla per sé, tanto che nel 1958 andò in pensione col grado di
> appuntato scelto. Dopo la guerra i comandi militari gli imposero il
> silenzio
> sui suoi esperimenti e lui non ne parlò mai più, neppure con le
> figlie che vivono tuttora a Verona: morì nel 1991 portando nella tomba i
> suoi segreti.
> Ancora oggi non si sa dove siano i progetti, però da qualche parte sono.
> In secondo luogo Severino e Pavat hanno dimostrato per la prima volta
> che le ricerche sul raggio della morte durante il fascismo avvennero sul
> serio e con risultati a quanto pare strabilianti: ma a condurle non fu
> Guglielmo Marconi (morto nel 1937) bensì un semplice e geniale finanziere
> che
> portava lo stesso cognome.
> Infine, il libro rivela che l'esperimento più importante fu condotto
> nell'ottobre 1944 sul crinale appenninico in un punto ancora
> imprecisato fra il Reggiano e il Modenese, in piena zona di guerra
> partigiana. E che quel giorno
> accaddero fatti straordinari, nonostante l'inventore avesse manomesso
> l'apparecchio per ridurne la potenza nel vano tentativo di ingannare
> i gerarchi nazisti. Quel giorno, come si legge in un rapporto inviato al
> generale Wolff, a
> Berlino e a Mussolini, controfirmato da ufficiali tedeschi e
> funzionari della Rsi, il raggio provocò un fenomeno simile a "un'aurora
> boreale".
> Dopo anni di ricerche e verifiche puntigliose, gli autori hanno
> squarciato una coltre di silenzio durata oltre settant'anni su una vicenda
> che
> avrebbe potuto veramente cambiare il corso della guerra mondiale. Tuttavia
> la
> natura del "raggio della morte" resta avvolta nel mistero.
> «Sappiamo dai documenti d'archivio, tutti declassificati e quindi
> consultabili da chiunque, che a partire dal 1939 Franco Marconi
> condusse moltissimi esperimenti finanziati dalla corpo della Guardia di
> Finanza - spiega Giancarlo Pavat - Ha lasciato un paio di descrizioni
> piuttosto
> fumose, e in base ad esse abbiamo ipotizzato che lavorasse
> sull'energia elettromagnetica e fosse giunto, fatte le debite
> proporzioni, alle stesse conclusioni di Nikolas Tesla. Marconi parlava di
> "folgorazione a
> distanza" o "disgregazione a distanza" e, in una dichiarazione del
> 1944 ritrovata all'Archivio centrale dello Stato scrisse di
> un'energia esistente nell'atmosfera che chiunque potrebbe trasformare in
> potenza di "eterna durata". E' certo
> che, coll suo dispositivo celato in una grossa scatola, riusciva a far
> esplodere munizioni di ogni genere situate dentro edifici, oltre una
> collina e
> persino situate su imbarcazioni al largo, anche distanza di chilometri e
> di
> fronte a numerosi testimoni».
> Il raggio della morte era un tema molto in voga all'epoca, e Marconi
> aveva cominciato a studiarlo quando era appena quindicenne. Entrato in
> Guardia di Finanza a 18 anni, dopo il diploma in agraria, condusse il suo
> primo
> esperimento alle Bocche di Cattaro: da una spiaggia riuscì a far
> esplodere una boa o una piccola chiatta. «Dopo i primi successi il Corpo
> lo fa
> rientrare in Italia e decide di finanziare i suoi studi - racconta
> Pavat - Viene mandato a Genova, dove il generale Vinay gli mette a
> disposizione un piccolo laboratorio segreto nel castello Raggio, poi
> demolito nel
> dopoguerra. In Liguria, fra Genova e La Spezia, Marconi sviluppa la
> parte più importante dei suoi esperimenti, ai quali assistono sempre più
> increduli ufficiali della Fiamme Gialle, del Genio militare e gerarchi del
> partito fascista, sino a quando il castello Raggio non viene bombardato
> dagli
> alleati. A quel punto Marconi viene trasferito a Roma, alla scuola di
> Nettuno, dove lo sorprende l'8 settembre. Lui distrugge il
> laboratorio per non farlo cadere in mano ai tedeschi e cerca contatti con
> esponenti
> della Resistenza romana, fra cui il capitano Argenzano. Ma ricercato e
> braccato da tutti sale a Nord e torna a Genova, ancora una volrta sotto la
> protezione di Vinay: riprende gli esperimenti rifiutandosi di consegnare i
> suoi
> apparecchi ai tedeschi e alla Rsi, che con i suoi agenti ne segue tutte le
> mosse.
> Quando Vinay viene destituito di fatto, Marconi viene mandato a
> Venezia dove un colonnello della Gnr lo tiene al riparo dai tedeschi».
> Tuttavia a Berlino non stanno con le mani in mano: un giorno il
> finanziere-inventore viene prelevato da ufficiali del servizio di
> sicurezza delle SS e portato a Verona dove incontra il generale Karl
> Wolff,
> comandante supremo delle SS nel Nord Italia, che gli mette a disposizioni
> mezzi,
> attrezzature e un palazzo requisito in via Camozzini. Il giovane è
> costretto a lavorare lì insieme a tecnici italiani «che forse - afferma
> Pavat -
> facevano il doppio gioco». Gli esperimenti continuano a Peschiera,
> Desenzano e nella campagna di Verona, siano a quando le SS gli impongono
> una
> prova finale in piena zona di guerra, a ridosso della Linea gotica:
> scelgono un punto dell'appennino compreso fra il reggiano e il modenese,
> un posto
> non identificato che viene raggiunta attraverso la Garfagnana. Il 18
> ottobre 1944 la madre di tutti gli esperimenti avviene sotto gli
> occhi degli ufficiali nazisti e della Rsi. Nonostante le manomissioni
> operate da
> Marconi sulla sua centralina, il "raggio" mostra egualmente una potenza
> micidiale: parecchi uomini vicini agli impianti svengono, e fra i numerosi
> effetti collaterali si manifesta "l'aurora boreale".«A quel punto i
> tedeschi
> si convincono di avere in mano l'arma segreta, tanto che di ritorno a
> Verona organizzano una festa - spiega Pavat - Dopo pochi giorni arriva a
> Verona una delegazione di scienziati tedeschi che mette alle strette
> il finanziere: deve andare con loro in Germania per organizzare la
> produzione del
> "raggio" su scala industriale. Marconi non ne vuole sapere, si rifiuta di
> rivelare dove sono nascosti i progetti e non si piega neppure davanti al
> plotone d'esecuzione. Lo torturano in carcere a Verona, ma non parla.
> Anzi, racconta di essersi inventato tutto e che il raggio della morte è
> una truffa bella e buona
> congegnata grazie a una polverina che lui stesso spargeva sugli
> oggetti per farli esplodere. I tedeschi, che avevano assistito
> all'esperimento
> del 18 ottobre, non se la bevono, però non sanno che pesci prendere: in
> novembre spediscono il finanziere Franco Marconi al lager di Bolzano, dove
> probabilmente conosce la ragazza che poi diventerà sua moglie, e da
> lì a Dachau, dove sopravvive agli stenti e alle violenze sino all'aprile
> 1945, quando il campo viene liberato dagli americani».
> Al suo rientro in Italia viene riammesso nel corpo della Guardia di
> Finanza, e mandato davanti alla Commissione d'epurazione per sospetto
> collaborazionismo. «Lo interroga per due giorni il generale Malgeri,
> medaglia d'oro della Resistenza: probabilmente Marconi non la racconta
> tutta, però le testimonianze sulle esplosioni e l'attivazione a
> distanza dei motori elettrici sono inoppugnabili. In suo favore testimonia
> anche il
> capitano Argenzano, il quale conferma che Marconi voleva sottrarre la
> sua invenzione sia ai nazisti, sia ai repubblichini e anche agli alleati.
> L'accusato fu prosciolto: d'altra parte sei mesi nell'inferno di
> Dachau bastavano da soli a cancellare i sospetti di collaborazionismo».
> Dopo la guerra Marconi si sposa a Verona e viene trasferito a Trento.
> Il raggio della morte cade nel dimenticatoio, e al massimo il finanziere
> si diletta con piccole invenzioni. Nel 1952 però l'Adige pubblica in due
> articoli la storia di militare che avrebbe truffato i tedeschi
> millantando l'invenzione del raggio della morte. Il giornale non fa
> nomi, tuttavia Marconi prepara una lunga replica e chiede ai suoi
> superiori il permesso di
> pubblicarla, ma dopo un frenetico carteggio fra i comandi,
> l'autorizzazione viene
> negata e a Marconi viene imposto di non parlare mai più della vicenda.
> Una consegna che lui, militare tutto d'un pezzo, rispetterà anche
> dopo il 1958, quando verrà in pensione e sino alla morte. Per lui
> oggi parlano i documenti riemersi dagli archivi storici, e forse altri
> ancora che
> aspettano solo di essere ritrovati.

Ormai questi fatti sono declassificati e quindi si può andare oltre.
Andare oltre significa collegare tra loro eventi presentati al pubblico in
tempi diversi secondo modalità diverse e presentati slegati tra loro senza
nessuna connessione.


Al test del Raggio della Morte testato nell'Appennino Reggiano il 18 ottobre
1944 assistette anche una spia inglese
internata come turista allo scoppio della guerra a Trieste,chiameremo questa
persona Jim dal momento che i nomi di alcuni agenti sono tuttora
classificati.

Jim relazionò quello a cui assistette al suo comando e il governo britannico
nella persona del suo Primo Ministro Winston Churchill decise l'impiego
discreto di selezionati elementi del SAS infiltrati nelle unità partigiane
presenti nell'area allo scopo di organizzare dei nuclei di intervento rapido
per impossessarsi dei progetti del raggio della morte di Franco Marconi.

La missione aveva come primo obbiettivo di segretezza quello di non
coinvolgere altre forze alleate e sopratutto quelle USA; il governo
britannico infatti era consapevole della posizione di forza maturata dagli
USA nel corso della guerra e voleva assolutamente entrare in possesso dei
progetti per bilanciare i rapporti di forza tra l'Impero Britannico e gli
USA sopratutto in previsione della situazione che si sarebbe verificata dopo
la pace.

Il pericolo principale a questo proposito era il Gen delle SS Karl Wolf che
aveva costretto F.Marconi a procedere all'esperimento del raggio della morte
nell'ottobre del 44
Il Gen Wolf già collaborava da mesi con il Vaticano e con l'OSS americano
per ottenere uno status favorevole a guerra finita che gli consentisse di
evitare una pesante accusa x crimini di guerra.
Quindi se Wolf fosse stato in possesso dei progetti con buona probabilità li
avrebbe potuti cedere agli USA per rafforzare la sua posizione di
collaborazione e redenzione.

Il SIS nel febbraio del 45 venne a sapere dagli agenti sul territorio che
Wolf si sarebbe recato al quartier generale di Kesserling nel mese di Marzo
situato a Botteghe di Albinea (RE) per procedere poi oltre le linee della
linea gotica per incontrarsi segretamente con il capo dell'OSS USA. In
teoria avrebbe dovuto avere con se i piani del raggio della morte
che avrebbe lasciato in custodia nell'HQ di Kesserling.

Fu così decisa in fretta e furia l'Operation Tombola di cui già vi ho
parlato e che ufficialmente doveva apparire come un attacco al HQ di
Kesserling. L'operazione scattò il 4 Marzo del 45.

Non è dato sapere (classified) se all'interno del HQ i SAS trovarono i piani
del raggio della morte fatto sta che dopo la fine della guerra nel 1957 la
questione fu trattata con la mediazione di Aristotele Onassis a bordo del
Christina tra Winston Churchill, che aveva finito il suo secondo mandato
qualche anno prima, e il senatore JF Kennedy, Churchill era amico di suo
padre Joseph che aveva conosciuto a Londra quando Joseph Kennedy era
ambasciatore.

L'Inghilterra non pagò mai più il suo enorme debito di guerra agli USA per
cui facile capire su che basi si mosse la trattativa.
Nell'accordo c'era anche la presidenza per JFK.

Anni dopo JFK, che era realmente un idealista, esattamente all'opposto di
suo padre, ebbe la brutta idea di "ventilare soltanto" con persone di
sesso sconveniente e parentela varie, ma si sa la carne è debole e il sangue
pure, di rivelare al mondo il possesso della micidiale arma in grado di
annichilere a distanza gli ordigni nuleari dell'Unione Sovietica e di
garantire agli USA un dominio totale e sopratutto di scongiurare una guerra
nucleare a quel tempo ritenuta più che possibile.
Inutile dire che l'arma è tuttora in possesso degli USA ma tenuta in sonno.

....poi sapete come è andata a finire...3 omicidi chiusero la questione.
sapere chi può interessare... ma sapere "perchè" è senzaltro più importante.

da questi fatti poi sono dipesi tanti altri eventi.



A.RB.EL
[Modificato da ARBEL 23/07/2013 13:22]
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